
ANCHIANO
Anchiano è una frazione del comune italiano di Borgo a Mozzano, nella provincia di Lucca, in Toscana. Il paese è situato lungo la strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero al km 42. L'origine di Anchiano risale probabilmente all'epoca romana, quando nel territorio del paese passava la strada che congiungeva Roma con la Valle Padana e le Gallie.[1] Un indizio sulla probabile esistenza di un insediamento è costituito dal ritrovamento nei pressi del paese attuale di un'urna funeraria datata al I secolo d.C.[2] Il toponimo Anchiano è probabilmente riconducibile al fenomeno dei prediali romani, in quanto derivante da Ancharianus, il nome del proprietario latino del luogo.[3] Ci sono comunque altre due ipotesi sull'origine del nome del paese: una sostiene che esso sia da collegare ad Anculus, da ancus che equivale a "braccio monco"; l'altra si riferisce alla morfologia della zona, cioè all'ansa del Serchio in cui si trova Anchiano, con una possibile derivazione da "-anca".[4] Le prime notizie esplicite su Anchiano sono fornite da un documento vescovile dell'843 d.C.[5] Fra il X e la prima metà del XII secolo il borgo fece parte dei domini della signoria feudale dei Suffredinghi[6] che si estendevano nella valle del Serchio e nella Garfagnana che lo fortificarono costruendo un castello. Nel 1225 la Repubblica di Lucca, nella sua espansione nel contado, conquistò il castello: «(...) in el dicto anno (NdR 1225) li Lucchesi preseno lo chastello d'Anchiano e la bichoccha per pacto.(...)». Il paese passò alla Repubblica di Lucca dalla quale venne assegnato alla Vicaria di Coreglia. Dal 1369 Anchiano venne affidato al commissario di Borgo a Mozzano, dove poi nel 1562 fu istituita una vicaria.[8] Nel periodo di dominio lucchese, il paese costituiva un comune rurale e possedeva una certa autonomia data dai propri statuti: il più antico di cui si ha testimonianza risale al 1441. In base a quello statuto il governo era formato da due organi: il Consiglio e i "Tre officiali" i quali detenevano il potere esecutivo. Oltre alle normali funzioni di governo, i "Tre officiali" esercitavano anche quelle di massari, di camarlinghi maggiori e generali. Avevano anche il compito della riscossione delle tasse.[9] Il successivo statuto entrò in vigore il 5 luglio 1687 e istituì il Consiglio dei Ventuno, l'organo deliberativo della comunità di Anchiano. Nei documenti risalenti al XVII e al XVIII secolo viene fatta menzione della "Barca" di Anchiano, un traghetto che, superando il fiume, creava un collegamento con Diecimo e Borgo a Mozzano. Affinché si placassero le dispute con gli abitanti dei paesi vicini fu istituito un tariffario per la barca, a seguito dell'intervento delle autorità lucchesi. Il sostegno principale del paese consisteva, grazie alla sua estensione territoriale, in un numero relativamente elevato di oliveti, vigneti e arativi con coltura promiscua a viti e gelsi,[12] oltre che nella produzione di cereali, legumi, vino e ortaggi. Il consumo in loco era consistente data la presenza di molte osterie.[13] Nel 1546, una piena del Serchio provocò gravi danni alle terre coltivate del paese. Per risarcire il danno furono stabilite ed assegnate nuove superfici da coltivare che i proprietari non potevano vendere.[14] Nello stesso periodo Anchiano risulta l'unica comunità, fra quelle limitrofe di Borgo a Mozzano e Corsagna, in possesso a pieno diritto di un mulino a tre macine con annesso frantoio. Anchiano nel 1630 fu raggiunto dalla peste che nei due anni consecutivi causò la morte di quasi tutta la popolazione
